mercoledì 9 agosto 2017

Il sigillo di Corrado da Montefeltro vescovo di Urbino dal 1309 al 1317


Lo stemma della città di Urbino e quello della famiglia dei Montefeltro sono strettamente legati, anzi, si può dire che tra la fine del XV s. e l'inizio del XVI s. il comune di Urbino adottò l'arma dei signori. Su questo mi sono soffermato, in ultimo, nel libro Le Marche sugli scudi. Atlante storico degli stemmi comunali, edito da Andrea Livi Editore, nel 2015, a cura di Mario Carassai.
Resiste, però, una tradizione ampiamente ripresa dalla storiografia, secondo la quale Urbino ebbe per stemma un'aquila, poi variamente individuata tra le varie che appaiono anche nello stemma comitale e poi ducale dei Montefeltro.
Esiste l'importante descrizione di un sigillo del comune di Urbino, recente un'aquila, impresso nel 1232, pochi decenni dopo la formazione del comune e due anni prima dell'avvento al potere dei Montefeltro, in una città che riconosceva l'autorità imperiale. Tuttavia, dopo questa antica testimonianza (che è relativa al sigillo e non allo stemma, e che precedette radicali e violenti cambi di regime tra le parti ghibellina e guelfa), non c'è più traccia di un'aquila tre le insegne della città. Può darsi che questa assenza sia dovuta solo alla perdita dei documenti, ma questo è lo stato dell'arte. Anzi, se un'aquila compare tra le insegne civiche nelle terre dei Montefeltro, ciò accade nel territorio del Montefeltro, non nel comitato di Urbino (si veda sempre Le Marche sugli scudi.
La storiografia dei Montefeltro e la storiografia araldica sulla casata che ha seguito la prima, hanno però individuato un documento più recente del sigillo comunale del 1232: il sigillo di Corrado da Montefeltro, vescovo di Urbino dal 1309 al 1317. In questo sigillo è stato individuato uno stemma con l'aquila ed è pertanto stato sostenuto che quello stemma (comunale) campeggiava nel sigillo vescovile in virtù dell'antico titolo di vescovo conte o comunque in virtù del ruolo svolto dall'istituzione vescovile nella nascita del comune. Questa interpretazione nasce dalla lettura del sigillo offerta da Bramante Ligi, e dall'immagine dell'impronta pubblicata nel suo libro I vescovi e arcivescovi di Urbino. Notizie storiche, Urbino 1953.
L'osservazione diretta dell'impronta, però, ha permesso al sottoscritto di escludere la presenza di uno stemma con l'aquila.
Come ho già scritto più volte in altre sedi, l'aquila sembra comparire come stemma autonomo solo col conte Antonio da Montefeltro, tra gli ultimi decenni del XIV s. e i primi anni del XV. Compare come insegna che i conti useranno come propria e del tutto verosimilmente non come insegna "civica".

Questo, il succo di quanto è possibile leggere nel mio ultimo intervento:
Il sigillo di Corrado da Montefeltro vescovo di Urbino dal 1309 al 1317 e le implicazioni araldiche riguardo gli stemmi del casato e della città di Urbino, pubblicato sulla rivista dell'Istituto Araldico Genealogico Italiano: “Nobiltà”, a. XXIV, nn. 138-139, maggio-agosto 2017, pp. 329-340, ISSN 1122-6412.

 
 
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